Che beauty routine hai? Super essenziale, una lavata al viso e via, oppure articolata e complessa, con doppia detersione, tonico, trattamento, contorno occhi, crema specifica da giorno o da notte? Ciascuna di noi sa quale sia la scelta migliore per la propria pelle e il proprio stile di vita e sceglie di conseguenza quanti e quali prodotti usare ma c’è una nuova tecnica all’orizzonte che sembra molto interessante e ci fa venire voglia di provare. Si chiama skin fasting.
L’idea è quella di proporre alla nostra pelle un digiuno dai prodotti di skincare di cui talvolta finiamo per abusare. Il risultato a cui si mira è una sorta di reset della pelle che così può tornare al suo stato naturale. Dopo un periodo di skin fasting si reintroducono a poco a poco, scegliendoli con cura e magari cambiandoli rispetto a prima, i prodotti giusti per la skincare. Una specie di dieta per la pelle, a conti fatti.
Da quando è stata lanciata però questa tecnica è stata nel tempo ammorbidita un po’. Sembrava una soluzione eccessivamente rigida. Così come l’aveva concepito il brand giapponese Mirai Clinial che l’aveva lanciato, lo skin fasting consisteva nell’eliminare totalmente la beauty routine lasciando la pelle a se stessa. Bastava lavare il viso con acqua tiepida e stop, mattina e sera. Niente sieri, niente trattamenti, niente crema notte.
Lo skin fasting costringerebbe così la pelle, senza aiuti esterni, a ristabilire il proprio microbioma. La cadenza ideale sarebbe di una volta a settimana ma c’è chi lo pratica per una settimana o anche più settimane. Oggi però i dermatologi sono più propensi a suggerire una variante meno drastica dello skin fasting, eliminando tutti i prodotti meno l’idratante. In questo modo si ottiene comunque una skincare molto più essenziale ma senza un impatto troppo drastico. Tornando a un minimalismo che a volte perdiamo un po’ di vista.